Diritti dell'uomo ed etica della cooperazione internazionale

Entusiasta, contento e soddisfatto del premio Nobel per la Pace a Malala Yousafzay e Kailash Satyarthi. Entusiasta perché si riconosce la centralità del diritto all'educazione. Contento perché è una giovane donna ad averlo vinto, la più giovane di tutti i tempi, 17 anni. Soddisfatto perché i diritti all'educazione, il diritto dei bambini (a vivere degnamente l'infanzia), il diritto alla parità di genere sono, sicuramente, tra i diritti più fondamentali che abbiamo. Volevo sottolineare, a parer mio, un grande punto di riflessione: i due Nobel per la pace hanno rispettivamente 17 e 60 anni e sono di due paesi "un tempo amici". Non c'è età che tenga per la salvaguardia e la difesa dei diritti dei più deboli. Fiducia nelle giovani generazioni capaci di farsi carico anche di battaglie importanti ma soprattutto risorsa preziosa del nostro avvenire. Fiducia nelle persone esperienti di vita che spesso, con l'impegno e la dedizione, tracciano la via da seguire. MI piace concludere questa mia breve riflessione con una grandissima frase di S. Giovanni XXIII: "Cerchiamo sempre ciò che unisce, mai quello che ci divide." (cit. Papa Giovanni XXIII)