Quali sono le figure dei 'diversi' che vi hanno maggiormente colpito nel video e perché?. Cosa vuol dire oggi essere e sentirsi diversi? La diversità è un valore o una debolezza? Partecipate al forum dando le vostre opinioni in merito.
Forum: Siamo tutti diversi?
L'intervento che mi ha indotto ad una riflessione più profonda e mi ha posto dinanzi a interrogativi ramificati è stato quello del signore di 42 anni che vive in Germania: egli si presenta come un uomo che vive "senza regole" ma sarà davvero così? La difesa della sua personale e originale libertà è da intendersi come diversità o semplicemente affermazione del proprio modus vivendi e del proprio sguardo sul mondo? A mio avviso la diversità è un valore aggiunto, una ricchezza, una debolezza mai. Solo attraverso il confronto con ciò che è altro da sé è possibile edificare una crescita genuina e autentica della propria personalità, la quale andrà stratificandosi proprio grazie alle diverse esistenze incontrate lungo il singolare percorso di vita.
Sono stata molto colpita dal video che ho visto soprattutto riguardo alla ragazza marocchina - francese o all' uomo di origine messicana ma nato in America che si sentivano estranei e nello stesso tempo appartenenti ad entrambe le nazioni . Io penso che la diversità sia un valore e che ogni individuo ha una ricchezza che lo renda unico e nello stesso tempo ha un bisogno intrinseco di sentirsi parte di un gruppo e di essere accettato . Nell' attualità però spesso la società non è capace di cogliere la diversità nel suo aspetto positivo come risorsa e non come problematica .
Vedendo l'intervista dell'uomo americano figlio di messicani, mi torna in mente un commento di un mio studente: "Io sono stanco di essere chiamato marocchino in Italia e italiano quando d'estate torno in Marocco". Questa è stata la prima volta che ho sentito quanta ingiustizia subiscono i nostri studenti immigrati di prima o seconda generazione.
Le figure dei "cittadini del mondo" che maggiormente hanno suscitato la mia attenzione sono stati quelli che hanno rinforzato il concetto di diversità come unicità e ricchezza. Le parole della ragazza francese confermano che in fondo siamo tutti diversi per molteplici aspetti. Essere diversi dagli altri significa essere "unici e irripetibili" tutti allo stesso modo, quindi identici nella diversità.
Purtroppo ancora oggi, in alcuni contesti, determinate caratteristiche fisiche o condizioni economiche determinano solitudine, disprezzo o emarginazione. A mio avviso occorre iniziare e pensarci come cittadini globali, cittadini "unici" di un mondo globale, creando le condizioni per un mondo più giusto ed equo.
Purtroppo ancora oggi, in alcuni contesti, determinate caratteristiche fisiche o condizioni economiche determinano solitudine, disprezzo o emarginazione. A mio avviso occorre iniziare e pensarci come cittadini globali, cittadini "unici" di un mondo globale, creando le condizioni per un mondo più giusto ed equo.
Mi risulta difficile scegliere ciò che maggiormente ha attirato la mia attenzione: in primis ho desiderato indovinare in quale paese vivessero gli interlocutori oscurando la didascalia con l'indicazione e solo successivamente ho tentato di associare lo Stato ai loro racconti. Ciò detto, l'intervento che mi ha colpito è quello dell'uomo che ha scelto di definirsi un INNU, cioè semplicemente appartenente agli esseri umani. Non sapere quale posto occupare nel mondo e vedersi non riconosciuta la propria nazionalità, in quanto nè indiano nè bianco,l'ha fatto tentennare per anni. Ad oggi penso che le stesse forme di discriminazioni descritte dagli intervistati, possano facilmente essere comprese e vissute da chiunque di noi. Conosco molto bene il "fossato" a cui fa riferimento un intervistato: quella distanza immaginaria ma palpabile che si crea inevitabilmente quando "non si è come loro". Ritengo che la diversità possa essere un valore solo in alcuni ambiti: una task force per un progetto ha necessità di uomini e donne diverse: la disuguaglianza è un valore aggiunto, ampia le visioni e tende a mostrare varie sfaccettature. Solo in ambienti culturalmente elevati, però, il diverso non viene denigrato e se ne coglie l'essenza come un'opportunità di crescita; ma nella vita di tutti i giorni, al supermercato, durante la solita giornata lavorativa o la faccende di routine, il diverso per molti di noi è un debole. L'essere umano diffida e ha paura di ciò che non conosce e tende a proiettare la propria paura nell'altro, diffidandolo e giudicandolo; così facendo però è egli stesso a mostrarsi debole e poco incline a ciò che è nuovo. Il nuovo è crescita, ne consegue che la diversità è un valore e ha un valore inestimabile, in quanto permette un confronto e un eventuale cambiamento.
Cara Giada!
Molto interessnate l'idea di desiderare indovinare il paese degli interlocutori e tutto il tuo raggionamento. Tutti raccontano la sofferenza per essere diversi; una grande lotta per vivere nella società contemporanea, senza passare per la discriminazione. Io penso che potrebbe essere facile di capirlo da noi, con un'idea più svolta all'accoglienza, però non siamo in grado di mettersi nei panni di queste persone.
Molto interessnate l'idea di desiderare indovinare il paese degli interlocutori e tutto il tuo raggionamento. Tutti raccontano la sofferenza per essere diversi; una grande lotta per vivere nella società contemporanea, senza passare per la discriminazione. Io penso che potrebbe essere facile di capirlo da noi, con un'idea più svolta all'accoglienza, però non siamo in grado di mettersi nei panni di queste persone.
Ho più volte riguardato il video e devo dire che tutte le figure dei "diversi" hanno in qualche modo attirato la mia attenzione perché nella loro singolarità hanno un denominatore comune: sentirsi emarginati e discriminati. Oggigiorno, il " diverso" spaventa, innesca atteggiamenti negativi. Credo invece che la diversità sia ricchezza. Grazie all'incontro con il "diverso" possiamo arricchirci, possiamo trovare l'occasione per riflettere sulla nostra identità, possiamo porci domande su ciò che siamo. Ritengo il confronto con il "diverso" un' opportunità di crescita.
Mi ha colpito molto la donna giapponese, quando dice di aver sempre sentito il bisogno di affermare la sua diversità e quando il desiderio di "rientrare nei ranghi" (come imponeva la società) è scomparso dice "è così che mi costruisco". Mi sembra un bellissimo pensiero costruirsi attraverso le proprie diversità.
Il video riporta un interessate testimonianza della ricchezza e della varietà umana.
All'interno di un discorso antropologico e sociologico dell'essere umano, ritengo che il criterio della diversità sia aleatorio: non c'è diversità senza uguaglianza. La poliedricità delle persone fa sì che accanto ad un tratto di diversità ce ne sia uno, di ordine superiore, di somiglianza. In questo contesto non sono aspetti escludentisi: entrambe le categorizzazioni sono nella mente e negli occhi di chi guarda e strutturano atteggiamenti preconcetti di allontanamento o di vicinanza. Sta ad ognuno scegliere la prospettiva da cui formulare le proprie considerazioni, sottolineando l'aspetto negativo della diversità o la sua valorizzazione.
All'interno di un discorso antropologico e sociologico dell'essere umano, ritengo che il criterio della diversità sia aleatorio: non c'è diversità senza uguaglianza. La poliedricità delle persone fa sì che accanto ad un tratto di diversità ce ne sia uno, di ordine superiore, di somiglianza. In questo contesto non sono aspetti escludentisi: entrambe le categorizzazioni sono nella mente e negli occhi di chi guarda e strutturano atteggiamenti preconcetti di allontanamento o di vicinanza. Sta ad ognuno scegliere la prospettiva da cui formulare le proprie considerazioni, sottolineando l'aspetto negativo della diversità o la sua valorizzazione.
Ho apprezzato molto il video. Mi ha confermato che le parole "diversità", "uguaglianza", "unicità" racchiudono qualcosa di molto complesso. Il concetto stesso di "diversità" è diffifile da definire: non mi piace pensare alla "diversità" come ad una bandiera, così come provo un senso di disagio all'idea dell'uniformità. Si tratta di sensazioni. A ben vedere, poi, le sensazioni vanno approfondite: generano ideali, atteggiamenti, stereotipi, condizionando decsioni, sono condizionate dalle politiche. Rispetto al video è stata formidabile la ricchezza di ogni storia, che non può essere una debolezza, ma decisamente un valore, E' stato interessante ascoltare le testimonianze in diverse lingue, ognuna diversa perché parlata da persone diverse, con suoni, ritmi, musicalità, mimica e gestualità diverse e coinvolgenti. E' stato interessante anche avere la possibilità di ascoltare le parole degli intervistati e vedere successivamente le immagini del contesto di appartanenza: oltre alle politiche linguistiche, quanto la nostra estrazione sociale, culturale, economica condiziona il nostro background e "forgia" il nostro modo di essere? L'uomo Etiopie ha offerto uno spaccato divertente e reale: diversi da chi? E a partire da cosa? La parole che lego alla fine del video sono: diversità, curiosità, varietà, difficoltà, ricchezza.
Mi ha colpito in modo particolare la riflessione dell'uomo che vive in Canada, il quale descrive la sua difficoltà nel trovare il proprio posto nel mondo a causa di un governo che "non lo riconosce" ma lo vede come un "dilemma": non indiano e non bianco. Significativa è la conclusione del suo discorso con la quale dichiara di vivere oggi la propria esistenza come Innu, ovvero un essere umano. Essere umano, libero di esercitare la propria individualità e la propria unicità rispetto agli altri.
Nella quotidianità, le testimonianze nel video lo confermano, la diversità non viene percepita come ricchezza, ma una forma di inferiorità. Essere diversi può far sentire l'altro inadeguato e il diverso, spesso, diventa un nemico.
Per questo motivo ritengo fondamentale, a partire dall'infanzia, cercare di costruire una scuola in cui la diversità sia risorsa e che faccia crescere cittadini empatici, flessibili e aperti alle diversità. Un luogo di costruzione di un sapere non solo disciplinare ma anche relazionale, che solleciti incontri con le alterità.
Nella quotidianità, le testimonianze nel video lo confermano, la diversità non viene percepita come ricchezza, ma una forma di inferiorità. Essere diversi può far sentire l'altro inadeguato e il diverso, spesso, diventa un nemico.
Per questo motivo ritengo fondamentale, a partire dall'infanzia, cercare di costruire una scuola in cui la diversità sia risorsa e che faccia crescere cittadini empatici, flessibili e aperti alle diversità. Un luogo di costruzione di un sapere non solo disciplinare ma anche relazionale, che solleciti incontri con le alterità.
Mi ha colpito particolarmente l'intervento di una boliviana che esalta la sua diversità: è contenta di essere diversa. Sembra voler sottolineare che nessuna differenza sia accettabile perché le differenze producono disuguaglianza, divisione, mentre la diversità, nutrendosi della reciproca particolarità di ciascuno, ci aiuta a confrontarci e a crescere e non a dividerci. In generale, le testimonianzei e le riflessioni degli intervistati, ci aiutano, difatti, a riflettere su come la diversità unisca ed arricchisca la collettività e su come l’uguaglianza non sia assolutamente sinonimo di omologazione, ma di coesione e di convivenza delle "diversità",
Il video fatto dal Musée del L'Homme di Parigi ci porta ad una grande reflessione, su la diversità del popolo del mondo. Più ancora si vede la discriminazione che queste persone soffrono per essere diversi, quando raccontano tutte le situazione vissute e la sofferenza delle loro vite.
Appartenere significa avere una connessione con l'organizzazione o il gruppo di persone che ti fa sentire come se potessi essere te stesso. Questo non è solo legato al posto di lavoro, per esempio, ma anche a un bisogno psicologico. Stimolare l'appartenenza, però, richiede tempo e il processo non è sempre lineare. È necessario concentrarsi sulla diversità e creare una cultura inclusiva per raggiungere l'appartenenza.
Chi non ha mai smesso di esprimere tristezza sul posto di lavoro perché crede che sarebbe un segno di debolezza? Chi non ha mai ingoiato la rabbia per paura di essere licenziato da un lavoro? Chi non ha mai smesso di saltare di gioia per paura di essere giudicato? Così è.
La diversità inizia dentro di noi. I nostri sentimenti sono diversi e mutevoli. È impossibile controllare la sensazione. Quello che facciamo è controllare gli atti risultanti dai nostri sentimenti e molte volte questo controllo limita il nostro essere. E limitandoci, reprimendoci, finiamo per reprimere anche gli altri. E quindi, diventa molto difficile creare ambienti di lavoro diversificati e inclusivi.
Appartenere significa avere una connessione con l'organizzazione o il gruppo di persone che ti fa sentire come se potessi essere te stesso. Questo non è solo legato al posto di lavoro, per esempio, ma anche a un bisogno psicologico. Stimolare l'appartenenza, però, richiede tempo e il processo non è sempre lineare. È necessario concentrarsi sulla diversità e creare una cultura inclusiva per raggiungere l'appartenenza.
Chi non ha mai smesso di esprimere tristezza sul posto di lavoro perché crede che sarebbe un segno di debolezza? Chi non ha mai ingoiato la rabbia per paura di essere licenziato da un lavoro? Chi non ha mai smesso di saltare di gioia per paura di essere giudicato? Così è.
La diversità inizia dentro di noi. I nostri sentimenti sono diversi e mutevoli. È impossibile controllare la sensazione. Quello che facciamo è controllare gli atti risultanti dai nostri sentimenti e molte volte questo controllo limita il nostro essere. E limitandoci, reprimendoci, finiamo per reprimere anche gli altri. E quindi, diventa molto difficile creare ambienti di lavoro diversificati e inclusivi.
Mi hanno colpito le mille sfaccettature di come viene vissuta la diversità: il colore della pelle, l’accento, l’essere ‘colpevoli’ e vittime di razzismo a seconda del luogo e del contesto, il modo di vestire,…Mi sono chiesta, come altre volte nella vita ‘Qual è la vera NORMALITÀ, quella a cui facciamo riferimento quando puntiamo il dito su chi riteniamo diverso?’
Sono d'accordo.
In questo potente video ci viene offerto un mosaico di identità che si raccontano nel loro sentirsi "diversi da", ma allo stesso tempo sono accomunate da questa stessa percezione. Succede ogni giorno di incontrare qualcosa o qualcuno che ci interpella perché non ci appartiene; bisogna però esserne consapevoli e lavorare su di sé, facendo spazio e dando tempo. Come trasformare l'alterità in reciprocità, sia essa di genere, ideologia, costume, spirito, abitudine? Avvicinandosi agli archetipi e allontanandosi dagli stereotipi. "La diversità inizia dentro di noi": quando osserviamo, dialoghiamo, accogliamo qualcosa dell'altro ascoltiamo parti mancanti di noi stessi, usciamo dalla nostra zona di comfort, e ci trasformiamo. E' un processo che richiede "menti educate" e tanta pazienza.
In questo potente video ci viene offerto un mosaico di identità che si raccontano nel loro sentirsi "diversi da", ma allo stesso tempo sono accomunate da questa stessa percezione. Succede ogni giorno di incontrare qualcosa o qualcuno che ci interpella perché non ci appartiene; bisogna però esserne consapevoli e lavorare su di sé, facendo spazio e dando tempo. Come trasformare l'alterità in reciprocità, sia essa di genere, ideologia, costume, spirito, abitudine? Avvicinandosi agli archetipi e allontanandosi dagli stereotipi. "La diversità inizia dentro di noi": quando osserviamo, dialoghiamo, accogliamo qualcosa dell'altro ascoltiamo parti mancanti di noi stessi, usciamo dalla nostra zona di comfort, e ci trasformiamo. E' un processo che richiede "menti educate" e tanta pazienza.
Mi ha stupito come la "diversità" possa essere interpretata in modo arbitrario in base al punto di vista di chi giudica "l'altro" e all'immaginario collettivo condiviso. Ad esempio è ironica e profonda, fra le tante, la testimonianza dell'intervistato che afferma come l'essere cresciuto in Etiopia l'abbia portato a "guardare dall'alto gli europei", salvo poi il trovarsi discriminato una volta giunto in America. La conoscenza e la condivisione delle molteplicità (culturali, linguistiche, religiose, storiche, alimentari e così via) rappresentano un arricchimento nella complessità del percorso dell'essere umano; ma la storia e la contemporaneità ci rimandano che è faticoso e lento il cammino della consapevolezza.
Le figure che mi hanno colpito di più durante il video sono state il transessuale turco costretto a lasciare la scuola soltanto per il suo orientamento sessuale in quanto ho conosciuto personalmente il dramma che queste persone sono costrette a vivere in un contesto come quello italiano che, sebbene credo molto differente da quello turco, continua a mietere vittime, se possibile anche in una maniera più subdola di quanto testimonia la persona nel video. Magari non ti espellono dalla scuola, ma in parecchi casi il contesto che ti sta attorno diventa invivibile: persone ostili, che cercano di non rivolgerti la parola, o di farlo il meno possibile, magari anche solo per non essere stigmatizzate a loro volta. Un altra persona che mi ha colpito molto nel video, è il ragazzo francese, di origini arabe, a cui non è stato negato il posto di lavoro, dopo che il datore di lavoro ha letto il suo nome sul CV. A lui associo anche il ragazzo statunitense ostracizzato sul posto di lavoro solo perché di origine messicana. Mi hanno particolarmente colpito loro perché, pur essendo, per loro stessa ammissione, già integrati benissimo nel contesto in cui vivevano, sono comunque stati presi di mira perché figli di persone straniere. La questione non è in questo caso la paura del diverso come spesso si pensa, ma la paura di qualcuno che noi avvertiamo come diverso e al contempo molto simile a noi. In generale, credo, che questi soggetti siano temuti proprio perché pensiamo che in qualche modo ci scimmiottino, che mettano in qualche modo a repentaglio la nostra identità, la quale, messa in pericolo, è da riaffermare con forza. Cosa vuol dire essere diversi oggi ce lo spiegano molto bene nel video. A parer mio tutti gli interventi, in un modo o nell'altro, ci dicono la pericolosità da una parte dell'essere differenti e in alcuni casi il dramma di essere avvertiti dagli altri come differenti (ci si sente differenti a mio vedere se il contesto si fissa sulla differenza e te la ribadisce in ogni occasione), ma dall'altra ce ne comunicano anche la bellezza e il valore. La diversità porta con sé, come la sua ombra, la richiesta della libertà. Ogni diversità chiede di poter essere così com'è, dalla diversità possiamo imparare un modo differente di pensare, una nuova visione del mondo (come la tatuatrice spagnola), che deve necessita di essere espressa. Questo è il valore della diversità ed è per questo che va custodita più che respinta.
L'intervista che mi ha colpito di più è quella del clochard francese. Lui dice che la gente gli passa accanto e non lo guarda e che è questa indifferenza che più lo fa soffrire. Lui pensa che la gente non lo voglia guardare perchè lui, con il suo stile di vita, rappresenta una paura che tutti abbiamo, quella di perdere tutto ciò che abbiamo, di non avere casa o famiglia, di perdere la nostra identità. Le persone non lo guardano perchè non vogliono affrontare questa paura. Forse è proprio così: mettersi di fronte al diverso e in relazione con chi è differente da noi, significa affrontare la paura di perdere sé stessi e di mettere in discussione i propri punti di riferimento.
Nel caso di quest'uomo, sentirsi diverso è una sofferenza e una fragilità dalle quali però emergono con forza la sua grande sensibilità e anche la sua saggezza.
Nel caso di quest'uomo, sentirsi diverso è una sofferenza e una fragilità dalle quali però emergono con forza la sua grande sensibilità e anche la sua saggezza.
A mio parere la diversità è un valore. Siamo tutti esseri umani unici! Trovo difficile pensare di scegliere quali siano le figure dei "diversi" che mi hanno "colpito", perché tutte le persone che si sono presentate nel video sono degne di interesse ed ascolto. Penso sia importante ascoltare gli altri, sentire le loro opinioni, i loro vissuti, tenendo mente e cuore aperti.
Le figure dei 'diversi' che mi hanno maggiormente colpito nel video sono coloro i quali pur sentendosi perfettamente integrati nel paese in cui sono immigrati o addirittura nati, sentendosi perciò innanzitutto appartenere a quella comunità linguistica e culturale, vengono ancora percepiti come “diversi”, come non del tutto assimilati alla comunità in cui vivono. La diversità è una ricchezza, siamo tutti diversi e quindi uguali ed unici nella diversità, ma di questa “diversità” solo pochissimi degli intervistati rivendicano la bellezza e la ricchezza; essa è un valore si, ma solo in certi ambienti o solo a parole; nella realtà, anche in quella di paesi democratici e multiculturali, è per molti ancora soprattutto una grande fatica e spesso occasione di frustrazione e rabbia.
E' difficile scegliere un solo intervento che mi ha colpito di più, tutti i contributi sono significativi e carichi di emozioni forti. Sicuramente la diversità viene concepita da ognuno di noi con sfumature di significato diverse e questo avviene a causa delle esperienze che ognuno di noi fa nella propria vita del concetto di diversità. Nel video appare chiaro questa cosa infatti i protagonisti raccontano di cosa per loro significa diversità condividendo degli episodi della loro vita personale. In generale credo che sia necessario affermare che la diversità in quanto concetto complesso è un valore assoluto: senza diversità non potremmo neppure evolverci, crescere, migliorare, conoscere l'alterità, diventeremmo esseri estremamente uniformati in un'unicità senza valore. Le politiche sociali dovrebbero valorizzare le diversità in ogni contesto di vita delle persone.
Ho trovato molto interessante il video. Tra le tante figure variegate dei 'diversi' mi ha fatto riflettere la metafora usata dal ragazzo maliano: lui ha paragonato gli esseri umani alle dita di una mano, nel senso che sono tutti diversi l'un dall'altro ma allo stesso tempo sono tutti utili, indispensabili, essenziali per poter vivere, coabitare insieme. Ecco, per me la diversità deve essere concepita come un valore aggiunto e non come una debolezza. Purtroppo, oggi in tanti paesi non sempre "l'altro" viene accolto in maniera adeguata al resto della popolazione dominante. Proprio per questo c'è tanto ancora da fare, da lavorare affinchè ognuno possa sentirsi parte integrante di un gruppo senza sentirsi escluso.
Mi ha colpito la clip del clochard, perché ha usato la parola indifferenza che si trova all'ingresso del Memoriale della Shoah di MIlano e perché ha ribadito il concetto molto spesso enunciato da Liliana Segre che è l'indifferenza ad uccidere, in questo caso l’indifferenza verso la diversità.
In generale, nel video mi ha impressionato l’”abilità” discriminatoria degli esseri umani, il loro talento nell’individuare il diverso e la loro capacità nel farlo sentire tale. Ho sempre pensato che la diversità fosse un valore, ma la quotidianità è diversa da quest’idea.
Forse, includere significa non essere indifferenti né discriminatori verso chi è percepito come diverso.
In generale, nel video mi ha impressionato l’”abilità” discriminatoria degli esseri umani, il loro talento nell’individuare il diverso e la loro capacità nel farlo sentire tale. Ho sempre pensato che la diversità fosse un valore, ma la quotidianità è diversa da quest’idea.
Forse, includere significa non essere indifferenti né discriminatori verso chi è percepito come diverso.
Tutte le persone intervistate mi hanno colpito in egual misura, poichè hanno testimoniato un vissuto di emarginazione e profonda sofferenza, che li ha resi forti, coraggiosi, orgogliosi e consapevoli di essere persone diverse, uniche e irripetibili.
Spesso, purtroppo, nel quotidiano essere diversi significa sentirsi inadatti, inadeguati, infelici, ma ha senso osservare la tematica da una duplice prospettiva: se gli altri sono diversi ai nostri occhi, anche noi lo siamo per gli altri; ne consegue che la diversità non è più l'eccezione, ma elemento che accomuna tutti gli individui.
Penso che ognuno di noi, da qualunque parte del mondo provenga, proprio perchè diverso, sia portatore di un ricco bagaglio socio-culturale e storico ed è nell'incontro e nello scambio che diventa occasione di crescita per tutti.
Ritengo che la diversità sia da considerarsi un bene, un valore da proteggere e tutelare.
Spesso, purtroppo, nel quotidiano essere diversi significa sentirsi inadatti, inadeguati, infelici, ma ha senso osservare la tematica da una duplice prospettiva: se gli altri sono diversi ai nostri occhi, anche noi lo siamo per gli altri; ne consegue che la diversità non è più l'eccezione, ma elemento che accomuna tutti gli individui.
Penso che ognuno di noi, da qualunque parte del mondo provenga, proprio perchè diverso, sia portatore di un ricco bagaglio socio-culturale e storico ed è nell'incontro e nello scambio che diventa occasione di crescita per tutti.
Ritengo che la diversità sia da considerarsi un bene, un valore da proteggere e tutelare.
Tra le molteplici interviste proposte nel video, alcune mi hanno particolarmente colpito per aver enfatizzato il concetto di diversità come unicità e ricchezza. La diversità nel mondo è una ricchezza straordinaria che spesso viene sottovalutata, ignorata o disprezzata. Ogni individuo, proveniente da background culturali, etnie o esperienze diverse e porta con sé una prospettiva unica e preziosa. È attraverso la diversità che si aprono le porte all'apprendimento, all'empatia e alla crescita personale e collettiva. Abbracciare la diversità significa abbracciare la complessità e la bellezza del mondo. Ciò richiede apertura mentale e rispetto per le differenze. Quando riusciamo a superare gli stereotipi e ad abbandonare i preconcetti, ci rendiamo conto che il mondo è un mosaico vivente, in cui ogni tessera ha il suo posto e contribuisce al quadro complessivo.
Sono stata molto toccata dall'intervista fatta alla ragazza francese di origine marocchina. L'idea di non sentirsi parte di nessun Paese, o meglio il fatto che gli altri non ti facciano sentire parte di nessun luogo, deve essere un fattore devastante per molti. Quando però la stessa ragazza parla di aspetti positivi, ovvero l'influenza che entrambe le culture le danno, mi fa riflettere. Quanto è ricca una persona quando conosce due culture, quando parla più lingue, quando ha delle usanze che provengono da entrambi i Paesi?
Mi ha colpito l'ivoriano che vive nel Burkina Faso, credo che si provi paura nei confronti di chi è portatore di una cultura diversa che potrebbe destabilizzare la nostra.
Spesso, però, nel quotidiano, la diversità non viene considerata una ricchezza, ma una forma di inferiorità. Essere diversi significa essere inadeguati, inadatti, infelici, persino. E il diverso, spesso, diventa un nemico.
D’altro canto, ha senso osservare le cose da una duplice prospettiva: se gli altri sono diversi ai nostri occhi, noi siamo diversi agli occhi degli altri.
Spesso, però, nel quotidiano, la diversità non viene considerata una ricchezza, ma una forma di inferiorità. Essere diversi significa essere inadeguati, inadatti, infelici, persino. E il diverso, spesso, diventa un nemico.
D’altro canto, ha senso osservare le cose da una duplice prospettiva: se gli altri sono diversi ai nostri occhi, noi siamo diversi agli occhi degli altri.
Mi ha molto colpito l'intervento del signore etiope, il quale ha ammesso di provare un senso di superiorità rispetto agli europei proprio in virtù della propria nazionalità e cultura, tuttavia una volta "uscito" dai confini del proprio mondo ed emigrato in Usa (mi pare) si è ritrovato a fare i conti con fenomeni di razzismo a proprio danno. Riflettevo su quanto sia fondamentale il "punto di vista" da cui si guarda la realtà e quanto ogni mondo, se chiuso nella propria autoreferenzialità, è razzista verso l'altro. Inoltre riflettevo su come si possa essere sentito il ragazzo statunitense di origine messicana al sentirsi dire di "essere messicano" solo per l'origine dei propri genitori e pur essendo totalmente integrato nella cultura e nella società USA. Pensavo a quante volte i nostri alunni di seconda generazione subiscono uno stigma che li relega nella sfera generica e approssimativa di "stranieri" pur essendo di fatto nati e vissuti sempre in Italia. Stando alla loro sensibilità e, per ribadire quanto sopra, al loro punto di vista, questo tipo di categorizzazione non ha ragion d'essere, non appartiene loro, anzi, impone loro un'etichetta che non fa i conti con la realtà, non li rappresenta.
Personalmente credo che la diversità sia un valore solo se la si sa gestire e valorizzare, diversamente è debolezza e può, incautamente, trasformarsi in pericolo. La diversità può diventare risorsa certamente, ma solo se si hanno i mezzi e la volontà di capitalizzarla. Non basta dire "no, non sei diverso, sei uguale a tutti gli altri", questa è una bugia che travisa la realtà e non fa i conti con la solitudine che può provocare in un individuo "diverso", un buonismo senza complessità. La vera sfida è partire dalla diversità come dato di fatto per trovare quei punti di forza, quelle aree comuni, con cui innescare uno scambio. Ciò a vantaggio di tutti.
Personalmente credo che la diversità sia un valore solo se la si sa gestire e valorizzare, diversamente è debolezza e può, incautamente, trasformarsi in pericolo. La diversità può diventare risorsa certamente, ma solo se si hanno i mezzi e la volontà di capitalizzarla. Non basta dire "no, non sei diverso, sei uguale a tutti gli altri", questa è una bugia che travisa la realtà e non fa i conti con la solitudine che può provocare in un individuo "diverso", un buonismo senza complessità. La vera sfida è partire dalla diversità come dato di fatto per trovare quei punti di forza, quelle aree comuni, con cui innescare uno scambio. Ciò a vantaggio di tutti.
Mi ha colpita la narrazione della donna residente in Francia e di origine marocchina, il vivere nell'in-between senza più essere realmente nè una nè l'altra ma essere in quella terza dimensione che parte, per me, come "svantaggio" ma poi può essere trasformata in punto di forza.
Sono stata colpita anche dalla persona francese che viveva per strada; è l'ignorare che uccide. Mi ha portata a riflettere su come io stessa faccia talvolta fatica nell'accettare la diversità perchè alla fine spaventa, ci porta davanti agli occhio tutto il non-io.
Essere diversi è, come si diceva nel filmato, una condizione comune poichè io sono diversa da chiunque altro mentre il sentirsi diversi oggi lo vedo come una dimensione che porta a "crisi" che poi possono sfociare in crescita se si supera la comfort-zone.
Sono stata colpita anche dalla persona francese che viveva per strada; è l'ignorare che uccide. Mi ha portata a riflettere su come io stessa faccia talvolta fatica nell'accettare la diversità perchè alla fine spaventa, ci porta davanti agli occhio tutto il non-io.
Essere diversi è, come si diceva nel filmato, una condizione comune poichè io sono diversa da chiunque altro mentre il sentirsi diversi oggi lo vedo come una dimensione che porta a "crisi" che poi possono sfociare in crescita se si supera la comfort-zone.
Penso che nel complesso tutte le figure dei diversi presentate siano state utili ad evidenziare, attraverso testimonianze dirette, quanto la diversità sia un concetto estremamente labile e socialmente costruito. La figura di "diverso" che più mi ha incuriosito è stata quella del ragazzo del Burkina Faso di origini ivoriane, in quanto ha permesso di decentrare la mia prospettiva europocentrica e ravvisare come il concetto di diversità, benché socialmente costruito, sia universale ed applicabile in tutti i contesti. L`intervento che più mi ha colpito per profondità di analisi è stato invece quello della ragazza con disabilità, in quanto attraverso esempi molto calzanti è riuscita ad esprimere il carattere convenzionale ed arbitrario del concetto di diversità, capace di variare a seconda del contesto, dei punti di vista e dell`intenzionalità di chi opera confronti tra gli individui. Il ragazzo spagnolo mi ha permesso invece di analizzare uno degli aspetti più subdoli e brutali scaturenti da un`errata interpretazione della diversità: la segregazione.
Essere diversi oggi vuol dire non veder riconosciuta la propria unicità ed essere etichettati a causa del proprio stato di salute, la propria sessualità, le origini, la propria lingua e la propria cultura. La diversità in quanto tale non potrà mai essere una debolezza, ma un valore arricchente, a patto che tale diversità non diventi un`etichetta sovraimposta agli individui capace di cancellare la loro unicità e che le società sviluppino negli individui, attraverso la scuola e l`informazione, la capacità di riconoscere ed accettare in maniera paritetica le reciproche differenze. Il compito della politica degli Stati e degli organismi sovrannazionali dovrebbe essere, in tal senso, quello di favorire, attraverso iniziative e modifiche alla legislazione vigente, il dialogo tra le lingue e le culture del mondo.
Essere diversi oggi vuol dire non veder riconosciuta la propria unicità ed essere etichettati a causa del proprio stato di salute, la propria sessualità, le origini, la propria lingua e la propria cultura. La diversità in quanto tale non potrà mai essere una debolezza, ma un valore arricchente, a patto che tale diversità non diventi un`etichetta sovraimposta agli individui capace di cancellare la loro unicità e che le società sviluppino negli individui, attraverso la scuola e l`informazione, la capacità di riconoscere ed accettare in maniera paritetica le reciproche differenze. Il compito della politica degli Stati e degli organismi sovrannazionali dovrebbe essere, in tal senso, quello di favorire, attraverso iniziative e modifiche alla legislazione vigente, il dialogo tra le lingue e le culture del mondo.
Nella diversità di ogni testimonianza il denominatore comune che caratterizza l'esperienza di queste persone è la sofferenza.
La diversità è e dovrebbe essere un valore ma molto spesso la pressione sociale tende a piegare e modellare questa autenticità tanto da incasellarla e smetta di fare paura. Non tutte le diversità però fanno paura. Un extracomunitario del Marocco è visto diversamente da un extracomunitario canadese, forse perché culturalmente il canadese ha una cultura simile a quella europea.. Le testimonianze che mi hanno colpito maggiormente:
-la donna turca che ha terminato gli studi per corrispondenza
- la ragazza diversamente abile e le sue riflessioni
- le persone "senza patria" nate in una nazione diversa da quella originaria dei propri genitori che decidono di tornare nei paesi di origine familiare e non vengono riconosciute. Questo video mi ha portato alla mente un ricordo di me in Spagna in giovinezza. Lavoravo in un bar ed una coppia di catalani si è seduta al tavolo è ha ordinato due caffè. Io parlavo spagnolo ma non catalano. La coppia stizzita si è alzata ed è andata via riferendo che non avevano intenzione di farsi servire da una ragazza che non parlava la loro lingua. Ricordo che ci rimasi molto male.
La diversità è e dovrebbe essere un valore ma molto spesso la pressione sociale tende a piegare e modellare questa autenticità tanto da incasellarla e smetta di fare paura. Non tutte le diversità però fanno paura. Un extracomunitario del Marocco è visto diversamente da un extracomunitario canadese, forse perché culturalmente il canadese ha una cultura simile a quella europea.. Le testimonianze che mi hanno colpito maggiormente:
-la donna turca che ha terminato gli studi per corrispondenza
- la ragazza diversamente abile e le sue riflessioni
- le persone "senza patria" nate in una nazione diversa da quella originaria dei propri genitori che decidono di tornare nei paesi di origine familiare e non vengono riconosciute. Questo video mi ha portato alla mente un ricordo di me in Spagna in giovinezza. Lavoravo in un bar ed una coppia di catalani si è seduta al tavolo è ha ordinato due caffè. Io parlavo spagnolo ma non catalano. La coppia stizzita si è alzata ed è andata via riferendo che non avevano intenzione di farsi servire da una ragazza che non parlava la loro lingua. Ricordo che ci rimasi molto male.
La figura che mi ha maggiormente colpito è quella dell'uomo che dall'Etiopia si è trasferito negli USA ed è passato dal guardare dall'alto in basso, all'essere guardato dall'alto in basso.
Mi ha colpita il fatto che il narratore raccontasse di aver riso di questo cambiamento radicale, poiché avendo molta stima di sé non gli importava, e ho trovato il tutto emblematico di come le diversità appartengano ad ognuno di noi. Tutti siamo diversi dagli altri, ma si arriva a sentirsi diversi dagli altri quando c'è una maggioranza di persone che ritiene che certe caratteristiche che le appartengono siano migliori. E' invece importante tenere a mente che, cambiando contesto, anche le diversità, o le uguaglianze che fanno sentire superiori, possono cambiare.
Mi ha colpita il fatto che il narratore raccontasse di aver riso di questo cambiamento radicale, poiché avendo molta stima di sé non gli importava, e ho trovato il tutto emblematico di come le diversità appartengano ad ognuno di noi. Tutti siamo diversi dagli altri, ma si arriva a sentirsi diversi dagli altri quando c'è una maggioranza di persone che ritiene che certe caratteristiche che le appartengono siano migliori. E' invece importante tenere a mente che, cambiando contesto, anche le diversità, o le uguaglianze che fanno sentire superiori, possono cambiare.
Ritengo che il concetto di diversità dovrebbe essere riconosciuto universalmente come sinonimo di unicità. Le interviste raccolte evidenziano invece come ciò sia fonte di malessere e di mancata accettazione.
Lo sguardo dell’essere umano è falsato da preconcetti che condizionano il pensiero, la società mette dei filtri e ci impone di omologarci.
L’uomo di Cuba racconta come la suocera inizialmente non lo avesse accettato per il colore della pelle: si era fermata all’apparenza. Soltanto conoscendo il genero la sua opinione è cambiata.
Credo che nella vita ciascuno possa essersi sentito almeno una volta diverso, non discriminato, ma diverso. Personalmente penso che la diversità sia un valore aggiunto, a prescindere dalla sua connotazione, e debba essere valorizzata.
Lo sguardo dell’essere umano è falsato da preconcetti che condizionano il pensiero, la società mette dei filtri e ci impone di omologarci.
L’uomo di Cuba racconta come la suocera inizialmente non lo avesse accettato per il colore della pelle: si era fermata all’apparenza. Soltanto conoscendo il genero la sua opinione è cambiata.
Credo che nella vita ciascuno possa essersi sentito almeno una volta diverso, non discriminato, ma diverso. Personalmente penso che la diversità sia un valore aggiunto, a prescindere dalla sua connotazione, e debba essere valorizzata.
Sono molte le riflessioni che scaturiscono da questo video, personalmente trovo molto interessante questo vissuto di non appartenenza dei migranti di seconda generazione dal quale, a mio parere, si dovrebbe partire per guardare con occhi nuovi il mondo. Partendo da uno sguardo "di seconda generazione" viene più naturale vedere la differenza come un fatto naturale come il ragazzo che apre il video. Più che essere diversi ed essere discriminati per questo, oggi come ieri, penso ferisca l'animo umano perché la cosa peggiore è essere invisibili, proprio come ha detto il senzatetto francese. Dovremmo educarci ed educare ad avere nuovi e differenti sguardi.
La signora boliviana dice di sentirsi come un " neo" ma poi afferma di essere felicissima di essere nera.
Il signore etiope dice che era lui nel suo Paese a guardare gli altri dall'alto, ora, in America, gli Altri lo fanno con lui,ma ride o canta una canzone. Entrambe queste figure di "diversi" hanno imparato ad accettarsi o forse e' una maschera e in fondo soffrono? Credo non sia facile sentirsi " diversi"
o peggio discriminati. Comunque sia e' vero siamo tutti diversi ed unici. Qualcuno mi scrisse " ...visto da vicino nessuno e' normale" e aggiungo io, nemmeno uguale.
Il signore etiope dice che era lui nel suo Paese a guardare gli altri dall'alto, ora, in America, gli Altri lo fanno con lui,ma ride o canta una canzone. Entrambe queste figure di "diversi" hanno imparato ad accettarsi o forse e' una maschera e in fondo soffrono? Credo non sia facile sentirsi " diversi"
o peggio discriminati. Comunque sia e' vero siamo tutti diversi ed unici. Qualcuno mi scrisse " ...visto da vicino nessuno e' normale" e aggiungo io, nemmeno uguale.
Tutte le interviste sono molto interessanti e permettono di riflettere su quanto il tema della diversità sia sempre delicato. In particolar modo mi hanno colpito le interviste delle donne provenienti dalla Turchia e dagli Stati Uniti, le quali hanno riportato la loro esperienza di diversità dal punto di vista del genere. La donna turca ha espresso la sua sofferenza nell'essere donna, in quanto nella sua città la figura femminile non viene rispettata a propri e riporta quanto sia difficile essere donna. Purtroppo in ancora troppi Paesi del mondo, c'è questa sottovalutazione della figura della donna, ed è un aspetto che spesso, purtroppo, emerge anche nelle mamme di alcuni nostri alunni.
Ognuno di noi è diverso da qualcosa o qualcuno, la discriminazione ci circonda ancora troppo, bianco e nero riguarda solo il colore della pelle come dice uno degli intervistati, ma spesso diventa la dimensione totalizzante nella quale ogni persona viene identificata.
E' l'indifferenza che uccide, quel senzatetto che dice, se vuoi non aiutare, ma guarda, non passare ignorandomi, questa frase mi ha colpito, a volte si scappa perchè si ha paura di vedere riflesso nell'altro qualcosa di noi che forse non vorremmo vedere.
E' l'indifferenza che uccide, quel senzatetto che dice, se vuoi non aiutare, ma guarda, non passare ignorandomi, questa frase mi ha colpito, a volte si scappa perchè si ha paura di vedere riflesso nell'altro qualcosa di noi che forse non vorremmo vedere.
La diversità è un valore prezioso perchè porta con sè una ricchezza di prospettive ,esperienze e competenze uniche che possono arricchire le comunità
Tutte le storie ed esperienze raccontate sono molto toccanti e ognuna mi ha emozionato in modo differente. La ragazza boliviana che si ritiene un "neo" ed è fiera di esserlo, è la figura che forse mi ha colpito di più. La diversità non è un qualcosa di cui vergognarsi anche perché è una realtà che esiste solo e soltanto nel momento in cui si entra in relazione e non è un assunto assoluto. Possiamo essere o sentirci diversi solo mettendoci in confronto con qualcun altro, solo nel momento in cui incontriamo qualcun altro. Alcuni intervistati hanno ribadito due concetti fondamentali: il primo è che ogni individuo è unico, non esistono due persone uguali e quindi in realtà siamo tutti diversi o in virtù di questo siamo tutti uguali; il secondo riguarda l'accettazione di sé. La vita sociale spinge a creare modelli da emulare e chi se ne discosta diventa il "neo", il diverso. La diversità però, a mio parere, è solo la prospettiva con cui si guarda a qualcosa o a qualcuno in un dato momento storico e culturale. Basta cambiare la prospettiva e quella stessa diversità vista in negativo può trasformarsi in varietà positiva, in ricchezza e confronto.
La diversità è un valore e lo è anche in classe. Ma lo può essere, a mio parere, solo a condizione che tutti gli allievi possano essere aiutati nell'inserirsi nella rete sociale e relazionale della classe e gli sia garantita la possibilità di accedere alle occasioni educativo e formative, ai codici con cui in classe si veicolano esperienze e conoscenze, ai servizi che la scuola, gli enti territoriali e le associazioni erogano. Se mancano questi accessi si crea un gap, un dislivello per cui la persona non si sente libera né di costruire la propria identità né di esprimerla e condividerla. E quindi non c'è riconoscimento e arricchimento reciproco. Penso, ad esempio, ai bambini che non parlano italiano: senza comprensione e produzione come si possono generare relazioni virtuose in contesti scolastici con lezioni per lo più frontali e basate sul canale verbale? forse serve proprio un ripensamento, un attenzione e un ascolto ai bisogni emergenti.
Anch'io vorrei riportare il video che abbiamo visto alla realtà della classe, e condivido l'osservazione della collega: per far emergere la diversità come valore è necessario garantire ad ognuno le opportunità e la possibilità di esprimersi e di trovare spazio nel gruppo. Non sempre la scuola è capace di offrire queste opportunità, e ciò al di là dell'essere straniero. Le diversità sono molteplici, andrebbero rispettate e valorizzate tutte, avendo come bussola il concetto che non esiste un "superiore" e un "inferiore", (molto interessante e rivelatore il'intervento delll'uono etiope) ma uin'unicità.
Sinceramente non c'è stata una figura in particolare che mi abbia colpito più delle altre poiché ognuno ha presentato in modo ricco e complementare la propria esperienza e "diversità" atta a formare una sola e grande famiglia, quella che ci rende tutti cittadini del mondo. Oggi la diversità, in generale, si può intendere come qualcosa che non è conforme alle aspettative degli altri o che non è compreso. Ma a mio parere la diversità nasce dalla modalità di visione e di approccio alla vita. Infatti la diversità è diventato uno dei valori fondamentali del nostro secolo perché racchiude diverse accezioni riguardanti: colore, cultura, ricchezza, scambio, crescita, storia, ecc.... Tutta la storia della vita sulla Terra ci insegna che la "diversità" è un fattore positivo, e non una debolezza, che va vissuta come un'opportunità per noi e quindi per la società.
Nel video mi hanno maggiormente colpito la ragazza francese-marocchina, il messico-americano e il ragazzo francese che non ottiene il lavoro.
Mi ha fatto infatti riflettere il fatto che la ragazza si senta tanto francese quanto marocchina nelle origini così come il ragazzo si senta americano ma, nella relazione con l’altro, ad entrambi è ricordata una diversità che loro non sentono (in Francia sei marocchina e viceversa, in America sei messicano e viceversa); questa diversità che “l’altro” percepisce non si limita a un promemoria continuo delle origini ma può arrivare a pregiudicare l'ottenimento di un impiego (come ad esempio il ragazzo francese con cognome marocchino).
La loro dichiarazione di appartenenza dimostra che tutti e tre, si sentano semplicemente cittadini superando, almeno in sé stessi, la categoria di immigrato ed è da loro, e da persone che si sentono come loro, che credo possa progredire l’integrazione.
Mi ha fatto infatti riflettere il fatto che la ragazza si senta tanto francese quanto marocchina nelle origini così come il ragazzo si senta americano ma, nella relazione con l’altro, ad entrambi è ricordata una diversità che loro non sentono (in Francia sei marocchina e viceversa, in America sei messicano e viceversa); questa diversità che “l’altro” percepisce non si limita a un promemoria continuo delle origini ma può arrivare a pregiudicare l'ottenimento di un impiego (come ad esempio il ragazzo francese con cognome marocchino).
La loro dichiarazione di appartenenza dimostra che tutti e tre, si sentano semplicemente cittadini superando, almeno in sé stessi, la categoria di immigrato ed è da loro, e da persone che si sentono come loro, che credo possa progredire l’integrazione.
Guardando il video, devo dire che, in verità, in un modo o in un altro, tutti i personaggi intervenuti mi hanno colpito. Ognuno esprime una propria visione circa ciò che è, ciò che si sente. E questo è, a mio avviso, bellissimo. Perché poter esprimere il proprio pensiero, essere liberi di poter dire quello che si pensa, è appunto la base per poter concepire la diversità come ricchezza. Ogni contributo è importante. Ogni visione è importante. Nessuna esclusa. Il rispetto della diversità dovrebbe essere la base di ogni interazione umana. Ma, purtroppo, spesso sappiamo che così non è. Le figure professionali coinvolte nel campo dell'educazione, dell'istruzione e della formazione hanno una missione, a mio modesto parere: difendere e valorizzare la diversità, sempre. In qualunque ambito esse operino. Solo così sarà possibile creare, giorno per giorno, un mondo migliore. Più inclusivo. Più vero.
Ho visto attentamente il video e l’ho molto apprezzato. Mi hanno colpito le diverse facce della diversità: il colore della pelle, la lingua ecc. Ogni persona è un piccolo mondo, siamo tutti diversi, ma unici e uguali nello stesso momento. Siamo esseri liberi, liberi di esprimere le nostre opinioni e soprattutto liberi di esprimere la propria individualità, rispettando gli altri. Apparteniamo ad un unico mondo!
Ho rivisto il video e ho deciso che proporrò la visione, nel CdD di ottobre, è lo stimolo necessario per suscitare una riflessione sulle dinamiche culturali che si affronteranno nel prossimo venturo. Sulla nostra reale capacità di metterci nei panni o nelle scarpe degli studenti migranti e delle loro famiglie.
Dopo aver visto con attenzione il video, mi risulta difficile identificare quale figura dei "diversi" mi abbia colpito maggiormente perché credo che ognuno di loro sia particolare proprio per la storia che porta con sé. Credo che dovremmo un po' tutti imparare ad amare ciò che rende unici noi stessi e gli altri, la diversità non dev'essere mai un ostacolo bensì una fonte di crescita e arricchimento. Ciò che può essere una diversità per una persona, può diventare motivo di interesse e curiosità in un'altra persona. Mai fermarsi alle apparenze, penso che questo stia alla base del saper vivere in pace in primis con noi stessi e poi con gli altri.
Essere diversi oggi può significare avere caratteristiche, background o punti di vista unici rispetto alla maggioranza. La diversità è un valore prezioso poiché porta prospettive diverse, favorisce l'innovazione e promuove la comprensione tra le persone. Riconoscere e abbracciare la diversità può portare a società più inclusive e rispettose.
Tuttavia, la società può ancora essere complessa e non sempre accetta la diversità come un valore. Ci sono sfide legate alla discriminazione e alla mancanza di comprensione, ma è fondamentale continuare a sensibilizzare e promuovere l'accettazione della diversità.
Tuttavia, la società può ancora essere complessa e non sempre accetta la diversità come un valore. Ci sono sfide legate alla discriminazione e alla mancanza di comprensione, ma è fondamentale continuare a sensibilizzare e promuovere l'accettazione della diversità.
Sono ancora tanti gli stereotipi, i pregiudizi, le paure da combattere. Abbiamo ancora tanta strada da percorrere in questo senso. Ognuno di noi è unico e meraviglioso nella propria unicità.
In riferimento alla E-tivity sul primo modulo - sette miliardi di altri
Guardate il video al link: …
Si tratta di un progetto di ricerca del Musée del L'Homme di Parigi. Sono state poste le stesse domande ad abitanti dei diversi continenti su cosa sia per loro essere 'diversi' partecipate dopo averlo visto al forum allegato alla e-tivity
Forum: Siamo tutti diversi?
Quali sono le figure dei 'diversi' che vi hanno maggiormente colpito nel video e perché?. Cosa vuol dire oggi essere e sentirsi diversi? La diversità è un valore o una debolezza? Partecipate al forum dando le vostre opinioni in merito.
(fatto questo)
Guardate il video al link: …
Si tratta di un progetto di ricerca del Musée del L'Homme di Parigi. Sono state poste le stesse domande ad abitanti dei diversi continenti su cosa sia per loro essere 'diversi' partecipate dopo averlo visto al forum allegato alla e-tivity
Forum: Siamo tutti diversi?
Quali sono le figure dei 'diversi' che vi hanno maggiormente colpito nel video e perché?. Cosa vuol dire oggi essere e sentirsi diversi? La diversità è un valore o una debolezza? Partecipate al forum dando le vostre opinioni in merito.
(fatto questo)